puntodelibere - Quesiti e risposte n. 38

QUESITI E RISPOSTE

torna al form web 

n. 38 - 7 dicembre 2018

Categoria 5 - LETTO, CONFERMATO E SOTTOSCRITTO?

D. Nel verbale scriviamo sempre "letto, confermato e sottoscritto". È corretto?

R. Se esaminiamo i verbali delle università di consolidata tradizione accademica, ad esempio, del Consiglio di Facoltà o del Senato Accademico, sarà possibile riscontrare una certa fluidità e brevità argomentativa. Fino agli anni Settanta del Novecento, infatti, il verbale, era redatto in corso di seduta e in forma sintetica. Pochissime argomentazioni logico-giuridiche, essenzialità ragionata e motivazione appena abbozzata. La legge sulla motivazione sarebbe venuta alla luce solo nel 1990.

Tanto per essere chiari, il verbale di un’adunanza si esauriva spesso in qualche facciata o poco più. Di fatto, pertanto, era possibile leggerlo, confermarlo e sottoscriverlo senza soluzione di continuità assieme all'esaurimento della discussione e, soprattutto, senza attendere la seduta successiva, per trovarlo già confezionato all'esito dell’ultimo punto.

Con l’avvento della prima giurisprudenza e della normativa sul procedimento amministrativo nonché successivamente della legge 241/1990, unitamente all’aumento esponenziale delle adunanze e delle deliberazioni, non è più tecnicamente sostenibile una verbalizzazione sintetica, né la stringatezza giuridica delle deliberazioni, soprattutto nelle considerazioni delle opportunità di una scelta discrezionale.

Nel terzo millennio, la formula cristallizzata del “letto, confermato e sottoscritto” (LCS) non solo è antiquata e superata, ma non rispecchia fedelmente quanto accaduto nel corso dell’adunanza (cfr. Quesito n. 35), dal momento che la lettura, la conferma e la sottoscrizione del verbale non è avvenuta. Su questo punto, a una disamina in punto di diritto, saremmo di fronte a un falso ideologico (ex 479 cp), che può essere, con prudenza, ragionevolmente evitato.